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23 ottobre 2022

La cattiva stella: storia di Old

Old non si è sempre chiamato così, naturalmente. E magari un nome prima di incontrarci non l’ha nemmeno mai avuto.

C’è stato un momento felice nella sua vita, quando la sua mamma era con lui ed era ancora solo un cucciolo nato in un campo nomadi. Ma quando il campo è stato smantellato quel cucciolo, non voluto e non amato, è stato lasciato indietro.

La sua vita, se vogliamo parlare di una vita degna di questo nome, è finita quel giorno, quando da un momento all’altro è stato infilato in una gabbietta e scaricato in un canile lager dove gruppi di cani si trovano a condividere piccoli box di cemento e rete metallica, gelidi ed umidi d’inverno, caldi come forni in estate.

Aveva solo tre mesi ma improvvisamente doveva farsi coraggio per competere con cani più grandi di lui per qualche misera briciola da leccare dalla ciotola… in quelle situazioni la lotta per il cibo può essere durissima.

E il freddo è terribile per un corpicino ancora piccolo, strappato al suo ambiente e buttato in un inferno di cani più grandi che abbaiano disperatamente, in un box spoglio senza cuscini o coperte e senza nemmeno un riparo decente.

Lui però ha resistito testardamente, non ha mollato, ha imparato a conquistarsi un boccone di pappa in più, ad arrotolarsi per sentire meno il freddo e ad avere pazienza.

Ne ha avuta tanta, di pazienza, il nostro Old. I giorni passavano e con loro i mesi e gli anni.

Tredici anni. Lunghissimi. E il cucciolo allegro che era entrato in quel canile si era trasformato un povero cane scheletrico, rassegnato a quell’esistenza terribile, con il dolore continuo di un’otite non curata che gli aveva perforato un timpano e che non è mai guarita del tutto anche dopo che l’abbiamo incontrato e gli abbiamo dedicato tante cure…

Qualcuno ci ha parlato di quella povera anima sofferente e siamo andati a prenderlo; non sapeva cosa sarebbe successo ma ci ha seguito docilmente, probabilmente pensava che la sua vita non potesse essere peggio di così!

Quando è arrivato al nostro rifugio la prima cosa che ha fatto è stata rotolarsi nell’erba, felice come non era più stato dal giorno del suo arrivo in canile. Non riusciva a smettere di strofinarsi contro quella coperta verde e profumata che gli faceva dimenticare il cemento umido e la rete di ferro.

L’annusava, la mangiava come fosse la più deliziosa delle pappe, ci sfregava il muso magro ed affilato con voluttà. Incredulo che una cosa così bella potesse esistere.

Un vecchio cane stanco che faceva le capriole come un cucciolo alla sua prima passeggiata.

Quel mucchietto di vecchie ossa e di muscoli atrofizzati da una vita in un box minuscolo si è però guadagnato il rispetto di tutti i suoi compagni qui al rifugio: capivano che era fragile ed erano attenti a non urtarlo per non fargli perdere l’equilibrio, lo lasciavano in pace a mangiare la sua pappa, per la quale finalmente non doveva più lottare, e gli tenevano compagnia dormendo accanto a lui.

E Old, a volte, sembrava sorridere con quel suo musetto sghembo da piccolo alieno magro e ha continuato a farlo fino alla fine.

E’ anche riuscito a conquistare il cuore di una coppia, Ilaria e Marco, che l’hanno adottato a distanza e che in questa ultima parte della sua storia l’hanno sostenuto con la loro generosità ed il loro amore. E’ stato anche grazie al loro altruismo che siamo riusciti a rendere la vita di Old più confortevole e a dargli tutte le cure che gli servivano.

Tre mesi da cucciolo, due anni da noi. Due anni e tre mesi di vita, tredici anni di mera sopravvivenza. Ma in questi due anni ci ha dato l’amore che non credevamo potesse conoscere o ricordare.

Ciao Old, non hai bisogno di essere portato in braccio o sostenuto ora. Possiamo immaginarti mentre ti allontani su quel ponte colorato, e hai di nuovo l’incedere sicuro e vivace che noi non abbiamo potuto vedere, il passo di un cane felice e pieno di speranza.

Alcuni dei compagni che hai conosciuto qui al rifugio sono già in fondo a quell’arcobaleno, ti aspettano per accoglierti e questa volta potrai davvero giocare con loro.



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