Era già qualche giorno che non
stava bene, aveva poco appetito e si muoveva meno; anche nei momenti migliori un
cane della sua età, completamente cieco, con una grave cardiopatia e una
conseguente insufficienza polmonare non poteva certo correre e saltare come un
cucciolo.
Ma sapeva farsi notare con la sua
immensa dolcezza e il suo zampettìo incerto ma testardo e nonostante i problemi
che lo affliggevano non si è mai arreso: ha imparato ad orientarsi e a
riconoscere i luoghi con il fiuto e la memoria motoria.
Era costantemente sotto
terapia per tutti i sui acciacchi eppure non si è mai lamentato, anzi si è
sempre comportato come se le cure che gli prestavamo fossero solo una diversa
dimostrazione di affetto.
Quando il tempo era bello lui era
sempre impaziente di andare nel cortile, nella sua cuccia protetta dal sole e
dal vento, ad ascoltare il rumore dei suoi compagni attorno a lui, annusare il
profumo dell’erba e godere del tepore e della tranquillità di un ambiente che conosceva
e amava.
Cece, il piccolo cane cieco
abbandonato su una strada provinciale, l’amico fedele che nessuno
ha mai voluto, aveva l’animo di un poeta e la forza di un combattente.
Nell’ultima parte della sua vita
però qualcuno ha amato Cece e lo ha sostenuto: una mamma a distanza,
Ornella, che ci ha aiutato a rendere il più possibile sereno e piacevole il
tempo che gli restava. Essere un adottante a distanza dà la misura della
capacità di dare quello che veramente conta: amore incondizionato e disinteressato,
che nulla chiede in cambio, nemmeno la dolce sensazione di una leccatina di
gratitudine. Perché si sa che gli animali sanno provarla e sono bravissimi a dimostrarla.
Ciao Cece, eri piccolissimo ma
lasci un vuoto gigantesco.
E chissà… ora che i tuoi occhi malandati si sono
chiusi per l’ultima volta, forse puoi vedere davvero tutto, anche quello che
noi non vediamo.
Buon ponte, tesoro, che la strada
ti sia leggera e il sole illumini la tua via. Ti vogliamo bene.